
CORO DELLE MONDINE DI BENTIVOGLIO e THE GANG
25 agosto, 20:30
Arena Piazza Fratti, Piazza Antonio Fratti 7, Forlimpopoli (FC)
CORO LE MONDINE DI BENTIVOGLIO
Il coro Le Mondine di Bentivoglio nacque all’inizio degli anni ’70, per merito di una maestra delle scuole statali, Liliana Zagni, che decise di fare una ricerca sul lavoro femminile e sulla risaia, per gli studenti della scuola. A quell’incontro parteciparono 4 lavoratrici, Renata, Dorina, Iside e Gemma. Fu una giornata molto positiva e quest’ultime, grazie anche al clima festoso in cui si tenne quella lezione-incontro, decisero di formare un Coro delle Mondine per tenere vivo il ricordo della risaia.
In quegli anni era una piacevole abitudine cantare in risaia, perché così facendo si lavorava di più, inoltre cantando si alleviava un po’ la fatica.
Se ci si fermava a parlare, anche le mani si fermavano ed erano guai. Il caporale richiamava le lavoratrici, ed era meglio cantare. Cantando le lavoratrici riuscivamo ad esprimere tutta la loro rabbia e la protesta, ma anche la gioia e la spensieratezza. Sentimenti che a volte, nella vita dura di quegli anni, costituivano l’unica ricchezza.
Le canzoni parlano della realtà che si viveva in quel periodo. Erano lavoratrici sfruttate e raccontavano di fatti realmente accaduti nella bassa.
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THE GANG in "LE RADICI E LE ALI"
«Se ci chiedete da che parte stiamo, noi rispondiamo con il Sud perché pensiamo che, come nella Guerra del Golfo, i conflitti che insorgeranno nei prossimi anni dovranno essere visti da un’angolazione diversa da quella precedente, non in termini ideologici ma di interessi contrastanti tra Nord opulento e Sud straccione. Noi ci identifichiamo nella tradizione dell’internazionalismo. Il nostro lavoro va inquadrato nell’ambito di quella sinistra che si suol dire “eretica”, fatta di gruppi che si sono sviluppati fuori o ai margini del movimento operaio: il sindacalismo rivoluzionario, le Pantere Nere, il guevarismo, il sandinismo, il maoismo, il trotzkismo, passando per le esperienze di casa nostra come Lotta Continua e Potere Operaio… e l’elenco può continuare e includere i movimenti nazionalistici dei Paesi Baschi o dell’Ulster, l’OLP, i verdi, SOS Racisme, i punk anarchici. Per certi versi ci sentiamo vicini anche alla teologia della liberazione. Se si vuole capire la nostra musica bisogna tenere conto dello sviluppo economico che ha avuto questo paese e delle contraddizioni diverse che ha generato nel Nord e nel Sud. La musica in questo genere di lotta è sempre stata punto di riferimento e strumento di aggregazione: lo fu per Woody Guthrie, a cui stava a cuore l’unità dei lavoratori in un momento di transizione tra la cultura agricola e quella industriale, lo fu per Víctor Jara e Violeta Parra in Cile contro il regime di Pinochet e per il canto delle mondine, nel vercellese di metà secolo, quando scelsero lo sciopero. Oggi i giovani, come categoria sociale antagonista e portatrice di nuovi valori in contrapposizione a quelli del sistema, non ci sono più, o almeno restano sacche di resistenza che sopravvivono in piccole riserve. La “generazione” oggi non è più sintomo di controcultura o ribellismo. I giovani negli ultimi quindici anni sono stati vittime di un’omologazione crescente e questo mito interclassista riversato su di loro, è ora funzionale al sistema. Il rock non è dunque più la bandiera della cultura giovanile, anzi in seguito ad una tendenza diffusa di conformazione della musica ad altri generi di consumo è in atto un certo accantonamento del rock a favore di un orientamento deciso verso la pop music. Questo non significa che il rock sia morto, ma che è tempo che si rinnovi e trovi nuova aspirazione, non necessariamente nel mondo giovanile» (Marino Severini)
Marino Severini Voce, chitarre
Sandro Severini Chitarre elettriche ed acustiche
Jacopo Ciani violino, mandolino
Gianni Bonanni organo, tastiere, fisarmonica
Una produzione Fondazione Entroterre e la Scuola di Musica Popolare di Forlimpopoli.