top of page

23 agosto, 19:00 - 21:30

Teatro del Baraccano

via del Baraccano 2, Bologna (BO)

Musica, incontro con l’Umano 

Carta bianca a Giuseppe Guarrera

Programma e Formazione musicale

La serata si compone di due eventi distinti: un "aperi-concerto" con Giuseppe Guarrera e Mayumi Kanagawa, e il recital pianistico.

Sono fruibili sia distintamente che congiuntamente, acquistando il biglietto unico.

ore 19:00

Aperi-concerto
Giuseppe Guarrera, pianoforte 

Mayumi Kanagawa violino


Sonata di Brahms n.1 per violino e pianoforte


ore 21.30 

Recital pianistico

Giuseppe Guarrera, pianoforte

R. Schumann Fantasiestücke op. 12
G. Ligeti Musica Ricercata

F. Liszt Venezia e Napoli

 

 

Prezzi

  • Aperi-concerto: 7€

  • Recital pianistico: 10€

  • Aperi-concerto + Recital: 15€

Giuseppe Guarrera

Il programma proposto questa sera è frutto di scelte che hanno a che fare con vari momenti della mia vita personale, momenti che hanno generato curiosità profonde legate agli stati d’animo che ciascuno dei brani mi sembra esplorare. 

 

L’apertura della serata, con la sonata di Brahms, offre lo spazio giusto per cercare nel dialogo col violino un momento di speranza e freschezza. 

La delicatezza delle melodie, la scrittura cameristica equilibrata e il territorio tonale del brano mi sembrano una continuazione organica del lascito beethoveniano. 

Come spesso accade coi grandi compositori romantici tedeschi, consciamente o inconsciamente iniziano dal punto estremo lasciato da Beethoven in ogni genere. Questo è accaduto con le sinfonie, i quartetti, le sonate e in questo caso le sonate per violino e pianoforte. 

La prima sonata di Brahms mi sembra scritta sulla scia dell’ultima sonata per violino di Beethoven, anche questa in sol maggiore. 

Se nelle grandi sonate che ho avuto modo di suonare con Mayumi (Kreutzer, Frank, Strauss) i due strumenti sono spesso in una posizione di grandiosa ed epica lotta, Brahms in questo brano mette in luce diverse possibilità di dialogo, creando un’interazione più intima e dai toni più calmi. 

 

Intimità che lega il brano anche ai gioielli nascosti di Schumann, gli Albumblätter, dove in poche battute si dipingono con grande poesia stati d’animo contrastanti e profondamente umani.

I Pezzi di fantasia op.12 sono brani che ho imparato al mio ritorno da un viaggio in India lo scorso anno. Posso sinceramente confermare che lo stereotipo del viaggio spirituale in India che cambia la vita è fortemente giustificato. Ricordo ancora il senso di meraviglia che ho provato quando dopo quasi un mese di silenzio dalla Musica, ho suonato le prime note di Des Abends al mio rientro a Berlino. Non scorderò mai quel momento di meraviglia e incredulità, il suono del pianoforte mi sembrava essere troppo bello per essere vero ed è quella stessa sensazione che vorrei regalare al pubblico. 

Gli altri brani dell’opera 12 sono momenti di grande instabilità emotiva, che oscillano tra il sogno, la disperazione, gli slanci, le passioni tipiche di Schumann, squilibri in cui si riflette molto la mia natura, con improvvisi squarci su mondi estremamente lontani... gli stessi mondi metafisici di cui a volte, per pochi millesimi di secondi, mi è sembrato di percepire l’odore in India.

 

La parentesi su Ligeti è una transizione sul Novecento e un omaggio ad un compositore, nel centenario dalla nascita, che è già diventato un classico. La Musica Ricercata sembra una risposta divertita alla dodecafonia, dove il criterio compositivo (ogni brano costruito su una, due, tre, quattro etc. note) diventa motivo di sperimentazione pura.

 

Il concerto, o almeno il programma stabilito, si conclude con la festosa Venezia e Napoli di Liszt, compositore e uomo che considero tra i più interessanti nel mondo musicale. Frutto di viaggi e "pellegrinaggi" in giro per l’Europa, raccoglie le canzoni popolari del tempo a Venezia (La biondina in gondoleta, nel dialetto veneto) e Napoli (Tarantella e Fenesta vascia, canzone d’amore napoletana) trasformandole in uno spettacolo per le orecchie di altissima classe pianistica. Anche questo brano ha tanto valore personale, studiarlo è stato un consiglio del mio mentore S. Gadjiev: egli mi ha spinto a cercare attraverso Venezia e Napoli una riconnessione alle mie origini siciliane dopo anni (16, la metà della mia vita tra pochi giorni, il 27 agosto) di peregrinaggi nel mondo, odissee necessarie per studiare e apprendere da tante culture diverse. 

 

La Musica è sempre stata per me un modo di comunicare le verità dell’anima. Non sempre ci si riesce, ma questa meta all’orizzonte è sempre rimasta ben visibile e qualche volta sembra quasi di raggiungerla.

 

Mayumi Kanagawa

La prima sonata di Brahms per violino e piano, conosciuta anche come la “Regensonate”, in riferimento alle melodie della sua precedente “Regenlied”, è stata la mia composizione per violino favorita per alcuni anni della mia prima adolescenza. Il calore intimo dell’apertura combinato con il titolo creavano un magico senso di nostalgia di cui non ho ancora avuto esperienza, ma che posso immaginare e a cui posso anelare. Il senso di Brahms per la bellezza nella forma e struttura classica, combinata con un sincero e giovanile tumulto interno, creano un equilibrio di sobria stravaganza, che si relaziona enormemente con gli immensi cambiamenti della crescita.

Ritornarvi adesso, mi trovo da qualche parte tra il me stesso dodicenne e il Brahms 45enne, il quale la scrisse a Pörtschach am Wörthersee (Austria) di ritorno dal suo primo viaggio in Italia. Sono felice e curioso di esplorare un’altra volta questo lavoro in questo momento della mia vita, assieme al meraviglioso Giuseppe Guarrera.

Produzione di Fondazione Entroterre e Teatro del Baraccano. In collaborazione con il Comune di Bologna per Bologna Estate 2023.

bottom of page