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Harpsichord

The King of Orchestra

Seconda coproduzione con la Fondazione Pietà de’ Turchini.

 

Il virtuosismo di Stefano Maria Demicheli, ci porta nei salotti mecenateschi del diciannovesimo secolo, in un concerto volto a esaltare la centralità del clavicembalo.

Il contesto domestico in cui tali incontri si svolgevano, spesso a favore dei benefattori che potevano così godere privatamente delle creazioni dei propri beniamini, impediva l’utilizzo di altri strumenti al di fuori del pianoforte: di conseguenza, esso diventava unico messaggero della totalità dell’orchestra.

Lo strumento a tastiera, per completezza di estensione e larga possibilità polifonica,

era l’unico ad offrire questa possibilità e nacquero così le figure dei maestri accompagnatori e la disciplina della lettura della partitura.

Nasce così tutto un repertorio, esclusivamente solistico, in cui alla tastiera oltre ad accompagnare i cantanti si eseguono in solitaria le più celebri arie d’opera ma anche brani orchestrali molto famosi. Tale repertorio non esclude la citazione incrociata (tipica anche all’interno dei salotti) e la rielaborazione da parte del Maestro Demicheli.

 

Se poi la mia fantasia abbia o meno fondamento storico nessuno potrà mai saperlo. Quello però che è certo è che la visione di questi grandi maestri del passato portava sempre ad un’apertura mentale a trecentosessanta gradi sul mondo, dove curiosità e libertà la facevano da padrone.” (Demicheli)

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